Riforma Pensioni Inps 2017: svolta Ape e lavori usuranti, tutte le novità e chi riguarda

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Sono tante e importanti le novità sulla Riforma Pensioni Inps 2017 per quanto riguarda l’Ape e i lavori usuranti, non tutte però saranno immediatamente attuabili poiché per alcune tipologie di lavoro il Governo Gentiloni è ancora al lavoro e dovrà sciogliere le riserve nelle prossime settimane. Non ci sono ormai più problemi alla quota 41, riservata ai lavoratori considerati precoci, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi, l’opzione donna e l’Ape. Notizie confortanti arrivano anche sui lavori considerati usuranti, in modo da poter aggirare l’ormai famigerata legge Fornero del 2011, che è stata un po una mazzata per milioni di pensionati.

Pensione anticipata: Ape già da Maggio

Sarà possibile usufruire della pensione anticipata Ape fin da maggio, sia per quanto riguarda la pensione volontaria che quella social. In entrambi i casi si potrà andare in pensione a 63 anni, e determinati contribuenti potranno farlo in maniera gratuita, senza rimborsare il prestito pensionistico ventennale che riguarda l’anticipo della pensione. Questa novità è riservata per coloro che hanno una pensione inferiore ai 1500 euro e si trovano nella condizione di disoccupazione o disabilità almeno al 74%, o assistenti di un parente disabile fino al primo grado di parentela.

Si tratta di una vera e propria svolta che riguarderà in particolar modo chi ha ormai 63 anni si sarebbe trovato, con le vecchie modalità pensionistiche, a dover aspettare altri 3-4 anni per andare in pensione o in alternativa trovare un nuovo impiego, cosa praticamente impossibile per chi ha superato i 60 anni.

Novità sui lavori usuranti

Ulteriori novità riguardano i lavori usuranti, ovvero coloro che lavorano in miniere, fonderie, di notte e autisti di mezzi pesanti. Per queste categorie di lavoratori è prevista l’uscita anticipata dal lavoro, nei modi che verranno stabili dal decreto ministeriale che ricalcherà la via tracciata dalla legge pensionistica. Si tratta anche in questo caso di una grossa vittoria per i numerosi lavoratori che hanno occupazioni usuranti sia dal punto di vista fisico che psichico, e che certamente non possono arrivare ai quasi 68 anni d’età che prevede ormai la legge.

Per quanto riguarda la quota 41 per i lavoratori ‘precoci’ occorrerà avere almeno un anno di contributi prima del diciannovesimo anno di età. Si tratta di un piccolo aggiustamento che certamente non lederà i diritti di chi ha iniziato a lavorare da giovanissimo. Per l’opzione donna non cambia nulla e si attende il decreto esecutivo che stabilirà le date e le modalità d’uscita dal lavoro che come spiegato rimarranno invariate.

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