
La Russia pone il veto alla condanna del massacro di Srebrenica nella risoluzione dell’Onu votata del Consiglio di Sicurezza.
Solo la Russia si è opposta, mentre Angola, Nigeria, Cina e Venezuela si sono astenute. Tutti gli altri membri hanno votato a favore.
Venti anni fa venne compiuto un vero e proprio genocidio di musulmani da parte delle forze serbo-bosniache: ottomila uomini e ragazzini vennero eliminati e gettati nelle fosse comuni, mentre ormai il conflitto stava volgendo al termine.
La Russia di Putin non si smentisce: più attenta alle alleanza geopolitiche che ai diritti umani; più nazione “militare” che grande Paese democratico.
Anzi, lì la democrazia ancora non esiste: si è passati da forme di assolutismo monarchico a dittature proletarie, per finire ad autarchia autoreferenziali…ma di democrazia ancora non c’è traccia.
Forse non alberga proprio all’interno del codice genetico delle popolazioni russe e slave.
E Belgrado, ovviamente, plaude alla scelta russa di porre il veto; scelta motivata, artatamente e con molta fantasia, col fatto che la risoluzione di condanna sarebbe “non costruttiva, aggressiva e politicamente motivata.”
“Oggi è un gran giorno per la Serbia” ha detto il Presidente Tomislav Nikolic. Già, proprio un gran giorno.
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