I futuri chirurghi, finora, potevano fare esperienza pratica solo su cadaveri inerti o zampe di maiale o cose simili mai, comunque, su pazienti veri in situazioni reali e c’è una bella differenza. A Poitiers, in Francia, alla facoltà di medicina, un esperto in biomeccanica ha elaborato un modo per superare questo problema e dare alla clinica chirurghi ben formati e più preparati di quanto non fosse possibile finora.
La soluzione consiste nel dotare i corpi donati alla scienza di una vera circolazione di finto sangue e simulare una vera respirazione, in modo che gli studenti lavorino in condizioni “reali”, potendo simulare anche situazioni di varia difficoltà e imprevisti. Insomma, una sorta di simulatore applicato alla medicina, sulla falsariga dei simulatori di volo utilizzati per addestrare i piloti ad affrontare ogni situazione imprevista, anche la più improbabile.
Già un primo gruppo di studenti di chirurgia entro il 2016 potrà cominciare a formarsi con il cadavere rianimato, aprendo la strada a un nuovo metodo didattico che, si auspica, potrà essere esportato ovunque, per avere nuove generazioni di chirurghi più preparati e con esperienza già dal loro primo intervento “dal vivo”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.