
Stefano Bollani rilegge Frank Zappa all’Auditorium di Roma il 20 luglio.
Stefano Bollani è il migliore, ma non in senso tecnico. Nel senso che nelle sue performance sa inserire ogni ingrediente utile al successo.
La tecnica, la simpatia, la poliedricità, la capacità di intrattenere e di coinvolgere.
Il tutto condito da una semplicità di approccio più unica che rara. A un personaggio così estroverso non poteva mancare l’incontro con un altro personaggio istrionico della musica del novecento, Frank Zappa.
In realtà Stefano Bollani aveva iniziato a suonare Zappa già dal 2011, ma in maniera non continuativa o organica.
Adesso di tratta di prendere il grande musicista americano, di leggerlo e di rileggerlo, sapendo che la sua creatività non si esplicava sono nel campo del rock, ma nella musica classica, nel Jazz, nel progressive e così via.
Zappa suonava, componeva, faceva sintesi di più generi musicali, dissacrava, era un umorista, sapeva stare sul palco, dirigeva.
Esattamente come Stefano Bollani, fatte le dovute differenze ovviamente. Sheik Yer Zappa, il titolo dello spettacolo, offrirà probabilmente un modo diverso di interpretare il buon Frank, e forse più in generale di leggere la musica. Da non mancare, assolutamente.
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