Bike sharing: cos’è, come funziona e perché si è espanso in Italia

Il bike sharing è una realtà che si è affermata nel nostro Paese tanto da renderlo il paese europeo con la più alta diffusione in termini di servizi attivi. In Italia sono circa 200 i comuni ed enti territoriali in cui è attivo il bike sharing con quasi 14mila bici condivise. In Francia, dove il bike sharing sembra avere avuto un altrettanto grande successo, i servizi attivi sono molti di meno. L’esperienza italiana passa per la maggior parte attraverso l’iniziativa pubblica dei comuni, enti territoriali e il Ministero dell’Ambiente.

Con l’occasione dell’EXPO, avvenuta a Milano nel 2015, la città è diventata il primo comune italiano a promuovere il sistema integrato di bike sharing. Adiacente al parco bici tradizionale è stato inserito quello della pedalata assistita, permettendo all’utente di compiere tratte più lunghe. Scopriamo insieme in cosa consiste questo servizio e come funziona.

Come funziona?

Il sistema di utilizzo sembra essere molto semplice e alla portata anche dei meno esperti. In vari spazi pubblici delle città italiane vengono collocate delle stazioni dove le biciclette sono parcheggiate ciascuna nel proprio stallo. Quest’ultimo rappresenta la postazione per la bici, dotato di un sistema meccanico di aggancio che ne impedisce un possibile furto.

Le stazioni sono tutte automatizzate, per cui per prendere una bici è necessario fare l’abbonamento al servizio e come un qualsiasi parcheggio, ci si avvicina con la propria card alla colonnina della stazione per effettuarne la lettura.

La colonnina indicherà quale bici è libera. A questo punto non resterà che ritirarla e salire in sella. Al termine dell’utilizzo la si può restituire anche in una stazione diversa da quella di partenza, riagganciandola nell’apposito stallo. Non sembrano essere necessari contratti, versamento di cauzione e carte di credito. La burocrazia è veramente minima.

Quali possono essere i vantaggi del bike sharing?

Il governo italiano per mantenersi in linea con quanto viene suggerito dalla Commissione Europea e per cercare di contrastare l’inquinamento che investe le grandi metropoli, ha tentato di incentivare l’acquisto e l’utilizzo di una propria bici attraverso il “bonus biciclette”.

Infatti, nell’ultimo anno nonostante la diffusione in modo capillare sul territorio italiano del servizio di bike sharing, sembra essere anche aumentata la vendita bici online, presso shop di negozi come Sportissimo, specializzati non solo nella vendita di bici tradizionali, ma anche di mountain bike ed e-bike. Tuttavia, i possibili vantaggi che possono derivare dall’utilizzo del servizio di bike sharing, possono riguardare:

  • il minore impatto ambientale: scegliere una bici piuttosto che la propria auto per compiere brevi distanze, può essere a favore della sostenibilità. Per cercare di potere contrastare l’inquinamento urbano e il traffico stradale, il bike sharing si è dimostrato essere un buon alleato;
  • l’annullamento del costo di manutenzione, acquisto o riparazione: con il noleggio della bici che sia elettrica o meccanica non sarà necessario acquistarne una propria, in quanto, basterà pagare una semplice tariffa al consumo per potere utilizzare la bicicletta a noleggio;
  • la semplicità di utilizzo: è necessaria una connessione ad Internet che consenta di individuare la bici più vicina e prenotarla;
  • la pedalata occasionale: una possibile alternativa specie per chi non ha esigenza di pedalare. Soprattutto all’estero in città come Marsiglia, Barcellona o Rotterdam, il noleggio è visto come un’ottima soluzione per visitare meglio le città.

Diffusione del bike sharing in Italia

Il bike sharing sembra essere uno strumento con un buon successo in tutt’Italia, specialmente nelle città del nord. Viene utilizzato dalle amministrazioni per cercare di ridurre il traffico urbano e l’inquinamento che interessa la maggior parte delle aree urbane. Si tratta, infatti, di un servizio pubblico che punta con particolare attenzione verso i bisogni del cittadino.

In molte metropoli europee, come Londra e Parigi, il servizio viene offerto da agenzie pubblicitarie che in cambio possono ottenere spazi pubblicitari sulle bici e in altri punti della città. Nel nostro Paese è stato in occasione dell’EXPO che venne introdotto nel 2015 il servizio del bike sharing integrato, un sistema che ha consentito l’inserimento di 1000 bici a pedalata assistita al fianco di quelle tradizionali. Grande parte dell’investimento complessivo, per l’acquisto delle biciclette e per la creazione di nuove stazioni sul territorio, è stato finanziato dal Ministero dell’Ambiente.