I test allergici sono positivi 9 volte su 10 e gli italiani spendono 300 milioni di euro l’anno per esami di questo tipo. La Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica(Siaaic) sostiene, però, che questi test sono quasi sempre inattendibili e che si sprecano tantissimi soldi l’anno per farsi diagnosticare “allergie immaginarie”.
La Siaaic ha già messo al bando esami come il test del capello a quello della forza muscolare, ha divulgato le linee guida per interpretare i test diagnostici e ha concepito un vademecum per aiutare i cittadini a riconoscere le intolleranze.
Il presidente della Società, Walter Canonica, ha spiegato l’errore di fondo che c’è nella diagnosi di tali disturbi: “Purtroppo le intolleranze alimentari, confuse per di più dalla maggioranza con le allergie vere e proprie, sono ormai una moda con cui si spiegano i sintomi più disparati: chi non riesce a dimagrire spesso si convince che sia per colpa di un’intolleranza, mentre nessuna di quelle reali può far ingrassare”.
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