
La Cassazione, dopo vent’anni dalla mancata diagnosi di una neoplasia, ha riconosciuto il risarcimento danni ai familiari dell donna colpita dalla malattia che l’ha condotta alla morte.
È il caso di una donna deceduta per un carcinoma all’utero diagnosticato tardivamente.
I parenti della donna hanno avviato una causa civile contro il ginecologo che aveva sottovalutato la sua paziente ed i sintomi raccontati dalla donna.
Si trattava di alcuni sanguinamenti che però non avevano indotto il dottore a diagnosticare la neoplasia.
Nella sentenza della Corte di Palermo della terza sezione racconta che nel 1992 la donna aveva effettuato per cinque volte controlli clinici per perdite ematiche.
Il 23 febbraio del 1993 è stato diagnosticato il carcinoma.
E’ stata riconosciuta così la “responsabilità medica del professionista e, per gli eredi, il diritto al risarcimento del danno morale terminale patito dal loro congiunto”.
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