Marino sta operando un rimpasto corposo per la sua giunta al Comune di Roma.
O almeno ci prova, perché, di fatto, è sempre più isolato, visto che Sel ha deciso di disimpegnarsi dalla giunta.
Dopo che se ne sono andati, nell’ordine, il vicesindaco Luigi Nieri, l’assessore ai Trasporti Guido Improta e l’assessore al Bilancio Silvia Scozzese, di fatto la terza giunta capitolina dovrebbe essere pronta già domani.
Il tutto, però, solo con l’appoggio esterno di Sel, il che è un altro elemento di criticità non indifferente. Un governo friabile, insomma, quello di Ignazio Marino.
Secondo il capogruppo Sel Gianluca Peciola, il “problema vero è il Pd nazionale, visto che il governo Renzi non vuole investire su temi come le risorse per il Giubileo e lo sblocco del piano di stabilità”.
E poi, su tutto, la frase lapidaria e un po’ sibillina dello stesso Presidente del Consiglio, quando ha detto a Marino che se è in grado deve governare, altrimenti se ne vada a casa.
Per alcuni è stata intesa come un’ulteriore apertura di credito, per altri un vero e proprio aut aut. Ai posteri l’ardua sentenza.
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