Libia, chiesto il riscatto per i tecnici italiani rapiti a Mellitah

Libia, chiesto il riscatto per i tecnici italiani rapiti a Mellitah
Libia, chiesto il riscatto per i tecnici italiani rapiti a Mellitah

E’ stato chiesto il riscatto per i tecnici italiani rapiti in Libia, precisamente a Mellitah, località che si trova fra Tripoli e il confine con la Tunisia.

Il sottosegretario con delega ai servizi segreti Marco Minniti ha escluso il sequestro politico, con annesso eventuale scambio con scafisti precedentemente arrestati. Si tratterebbe di delinquenti comuni.

Secondo Minniti, da una parte c’è un problema non indifferente legato ai tempi. Più passa il tempo e più le cose si potrebbero complicare, oltre al fatto che in Libia è difficile trovare interlocutori, anche istituzionali, che godano di un minimo di credibilità.

Dall’altra però, non trattandosi di vicenda con implicazioni politiche, la gestione della vicenda potrebbe essere più semplice.

Il sottosegretario ha evidenziato questi aspetti in un’audizione al Copasir: si tratterebbe insomma di un sequestro a puro scopo estorsivo.

Nel frattempo il leader del governo di Tripoli Al Ghweil ha affermato anche lui in un’intervista a La7 che la probabilità che i tecnici italiani siano stati rapiti da persone che abbiano relazioni con i trafficanti, è molto scarsa.

Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, dal canto suo, fa appello “alla prudenza e al riserbo per riportare a casa gli Italiani”. Vedremo.

Ma, a monte di tutto questo, visto che si tratta di un sequestro estorsivo, l’Italia pagherà il riscatto? Diranno di no come il solito, ma forse lo faranno.  D’altronde è già successo altre volte.

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