
Dopo 70 anni, il Giappone ricorda l’apocalisse della bomba atomica, quella di Hiroshima e quella di Nagasaki.
Il Premier Shinzo Abe, alla cerimonia di commemorazione, ricorda che “il Giappone, primo Paese a subire un attacco nucleare nella storia, ha un’importante missione, quella di realizzare un mondo libero dalle armi nucleari attraverso misure realistiche e pratiche”.
Finora, ha aggiunto Abe, non si è riusciti a trovare un accordo negli incontri sulla non proliferazione, tuttavia il Giappone presenterà una nuova risoluzione per l’eliminazione delle armi nucleari.
Ma dopo 70 anni, siamo ancora qua a discutere di “non proliferazione”, un termine in voga ormai dal dopoguerra.
E, come se non bastasse, nuove e micidiali armi nel frattempo sono state confezionate dalla pazzia degli uomini.
La lezione di Hiroshima e Nagasaki, quella più semplice, quella più umile, quella più definitiva, non c’è ancora, non esiste: la guerra non deve essere più l’extrema ratio, come dice anche la nostra Costituzione.
La guerra non deve semplicemente essere più. Le bombe atomiche sono il frutto non del pensiero, ma della pazzia.
Se riusciamo a capire che la pazzia può essere sconfitta, sconfiggeremo anche le bombe atomiche. Questo è forse il significato più vero di Hiroshima e Nagasaki.
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