Cosa sapere prima di aprire un’attività online in Italia

Aprire un’attività online in Italia è una soluzione che tanti stanno praticando. Sia chi vuole avere qualcosa di suo e sia chi ha bisogno di un’altra entrata poiché, con il solo stipendio, in alcune città del nostro paese, non sempre si riesce ad avere un tenore di vita accettabile.

Ci sono, però, alcuni aspetti da conoscere prima di gettarsi a capofitto in un’avventura, quella di essere imprenditore, che nasconde gioie e dolori.

Alcuni settori hanno delle normative ben specifiche

Il consiglio è quello di avviare un’attività in un settore che si conosce bene. Se, però, si fiuta l’affare e si vuole provare a entrare in un mercato che non si conosce particolarmente bene, bisogna comprendere se in quel settore ci sono delle normative ulteriori rispetto a quelle che regolano il libero mercato in Italia. O che, addirittura, sono vietate.

In quest’ultimo caso, il primo pensiero va a siti che riguardano le escort. Dal punto di vista legale, la prostituzione non è un reato ma il favoreggiamento sì. Quindi, è fondamentale prestare la massima attenzione se si vuole entrare in questo mercato che già di per sé è molto rischioso.

Uno dei settori, invece, che ha subito nel corso del tempo modifiche legislative stringenti ma che è permesso in Italia, se si rientra in certi parametri, è quello delle scommesse. Qui vengono stilate delle vere e proprie liste di portali che sono certificate dal punto di vista legale, come i casino online Neogames che operano legalmente in Italia.

La regolamentazione dei casinò è una sicurezza sia per le aziende che operano nel settore, che hanno dei controlli a monte e quindi di per sé offrono affidabilità, sia per gli utenti, che si trovano di fronte a portali che offrono le giuste garanzie.

Fare attenzione alla tassazione

Un tasto dolente è quello della tassazione. In Italia si è detto tante volte che il livello di tassazione ha raggiunto livelli che sono, in alcuni casi, sostenibili. L’errore di fondo, però, è pensare che l’online sia esente da tutto ciò. Invece no.

Anche chi ha un’attività sul web deve passare le tasse in percentuale rispetto al proprio fatturato, proprio come se avesse un’azienda fisica. Quindi, l’assioma che aprire un sito di e-commerce sia più economico rispetto a un classico negozio fisico è totalmente falso.

Trovare un accordo con spedizionieri e fornitori

Prima di aprire un sito web di commercio elettronico, molti imprenditori stipulano a monte un accordo con i fornitori e gli spedizionieri per strappare un prezzo di favore, in modo, poi, da poter proporre delle offerte assolutamente concorrenziali.

Ovviamente, il costo di accordi simili varia da fornitore a fornitore e da spedizioniere a spedizioniere ma, se il volume di affari è elevati, è più conveniente pagare una sorta di tariffa fissa per poi ammortizzarlo sul costo del prodotto.

Quando si legge su un sito che la spedizione è gratuita, vuol proprio che c’è un accordo tra le parti che consente al rivenditore di poter offrire una soluzione di questo tipo ai consumatori.