
In Grecia si scende in piazza sia per il sì, sia per il no al referendum sul piano di rientro proposto dai creditori del Paese ellenico.
Tsipras dice che “oggi è la festa della democrazia”, esorcizzando, per quanto possibile, la condizione drammatica nella quale versa la sua nazione, stretta fra la voglia di riscatto e di indipendenza da una parte, e dall’altra la paura di uscire definitivamente fuori sull’Europa, forse l’ultima ancora di salvezza.
“Ancora una volta scriviamo insieme un momento storico, vi auguro di dire no ai ricatti”. Queste le parole del leader greco al comizio. Avranno effetto? Lo vedremo domenica.
25mila persone in piazza nel cuore di Atene per sostenere il no insieme a Tsipras e al ministro delle Finanze Varoufakis. Circa 17mila persone invece allo stadio Panatheian per sostenere il sì, per coloro che, nonostante tutto, credono ancora all’Europa.
E intanto la Germania si irrigidisce ulteriormente, con la Merkel che fa capire che, comunque vada il referendum, la condizione del Paese ellenico è sempre molto critica.
Forse, a questo punto, sarebbe meglio che la Germania non parlasse proprio e lasciasse esprimere liberamente gli elettori greci. Staremo a vedere.
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