Smisuratamente orride: perché le cantine vengono definite teterrime? E quando?

Cantine

Teterrime, smisuratamente orride, ecco come vengono definite le cantine. E in effetti spesso si tratta di luoghi stretti e angusti, spettrali talvolta, in cui chissà quali insetti si nascondono.

Non solo, sono buie, spesso prive di finestre, cupe, illuminate solo da quella poca luce artificiale che non permette di certo di vedere in ogni angolo.

Appare chiaro, quindi, perché le cantine si aggiudicano l’aggettivo di teterrime. Non sono di certo luoghi dove si vorrebbe passare più tempo del dovuto, anche se spesso, la loro presenza in una casa è essenziale.

Senza una cantina, infatti, non vi sarebbe un luogo dove riporre le vivande in eccesso, oppure dove lasciare oggetti vecchi ma che per qualche motivo non si vuole buttare.

E poi ammettiamolo, per quanto possano risultare anguste, mantengono sempre quel fascino da brividi.

Smisuratamente orride: perché le cantine vengono definite teterrime

Sono la perfetta ambientazione per un film o un romanzo horror, anche se spesso non ci facciamo caso. Per noi, infatti, sono soltanto un luogo dove riporre degli oggetti che non usiamo più.

Le cantine vengono definite orride proprio perché si tratta di luoghi bui, polverosi, angusti e stretti. Sì, insomma, non sono proprio luoghi piacevoli. Solitamente, dopo aver acceso la luce e aver notato che non tutte le aree della cantina sono illuminate, sorge subito un pensiero: “chissà quanti insetti si nascondono qui dentro”. Ed è proprio questa caratteristica a renderle così Teterrime.

Trattandosi di locali costruiti al di sotto di un edificio, inoltre, queste sono spesso prive di finestre. In questo modo, non solo viene meno l’areazione, ma si crea una pericolosa umidità che, se mal gestita, potrebbe dar vita a muffe.

Eppure si tratta di locali così utili, adibiti alla conservazione di ciò che necessita di buio e del giusto grado di umidità, oltre che per la conservazione di materiale che per qualche motivo ci rifiutiamo di buttare.

Teterrimo: etimologia e significato del termine

Il termine Teterrimo viene utilizzato nella lingua italiana per indicare qualcosa di davvero orrendo o spaventoso. Con questo termine ci si riferisce a qualcosa di buio, tetro, cupo, proprio come le cantine appunto.

La parola è il superlativo di tetro, ovvero scuro o buio. Indicherebbe quindi, qualcosa di davvero buio e davvero spaventoso, che più di così non si può.

La parola deriva dal latino Taeterrimus, che sarebbe il superlativo di taeter.

Il contrario di questa parola può essere luminosissimo, o stupendissimo.