Età pensionabile per le donne: come si calcola, requisiti essenziali e agevolazioni fiscali

Il tema dell’età pensionabile è molto scottante in Italia, soprattutto perché negli ultimi anni si sono susseguite una serie di riforme che hanno completamente cambiato età e requisiti richiesti per poter accedere alla pensione.

Tenendo conto dell’andamento demografico – che negli ultimi anni ha mostrato un certo aumento della vita media di una persona, unito a un calo di nascite – e della crisi dell’occupazione che porta sempre meno giovani a trovare lavoro, e quindi a versare contributi, si è scelto di alzare l’età pensionabile di uomini e donne, e di cambiare in linea generale i requisiti richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia.

Pensione per le donne: i requisiti essenziali

I requisiti stabiliti per poter richiedere la pensione di vecchiaia sono uguali per gli uomini e per le donne: al fine di poter andare in pensione, infatti, per entrambi sono richiesti necessariamente minimo 20 anni di contribuiti e il raggiungimento dei 67 anni d’età, sia nel caso di lavoratori dipendenti sia nel caso di lavoratori autonomi.

Per quanto riguarda i contributi considerati, è necessario specificare che vale, per raggiungere gli anni richiesti, qualsiasi tipo di versamento contributivo, e quindi sono da ritenersi validi al fine del calcolo contributi da lavoro, da riscatto, figurativi e versamenti volontari.

Per quanto riguarda l’età, invece, è stato stabilito che a partire dal 2019 il calcolo della speranza di vita – e quindi del suo eventuale aumento o diminuzione – viene effettuato ogni due anni (mentre in precedenza si calcolava ogni tre: il prossimo calcolo, quindi, è previsto per il biennio 2021-2022, quindi fino a questa data i lavoratori e le lavoratrici sono sicuri di non vedere uno slittamento dell’età pensionabile.

Pensione anticipata: come si fa e chi può chiederla

Sono state previste delle eccezioni al doppio requisito richiesto, che permettono in alcuni casi specifici di poter ottenere la pensione in anticipo rispetto ai 67 anni d’età. La riforma Monti-Fornero, infatti, ha previsto la possibilità di una pensione anticipata sotto l’accumulo di un certo numero di contributi: in particolare per le lavoratrici donne è stato previsto che possano richiedere la pensione con almeno 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, a prescindere dall’età anagrafica.

Inoltre, si sono pensate anche una serie ulteriore di modalità e di requisiti che permettano di richiedere in anticipo la pensione: si chiama Opzione Donna, è indirizzata solo alle lavoratrici, e prevede la possibilità di accedere alla pensione prima dell’età prevista dalla legge.

Questo tipo di regime agevolato è stato prolungato con la Legge di Bilancio 2020, e quindi ad oggi possono richiederla le lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1962 con almeno 35 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2020. L’importo della pensione con questa opzione viene calcolato esclusivamente in base a quanti contributi sono stati effettivamente versati, e quindi potrebbe comportante una penalizzazione dell’importo finale.