Riforma delle pensioni, dopo l’approvazione i primi problemi: possibile buco per l’aspettativa di vita

Cambiamenti pensioni governo Gentiloni

Dopo l’approvazione della legge di stabilità in extremis prima delle dimissioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, iniziano a sorgere i primi problemi riguardo la tanto attesa Riforma delle pensioni.

Dopo le tante esclamazioni positive e la felicità sia delle parti politiche che dei sindacati, ora una volta calmate le acque si inizia a ragionare a mente fredda sulle applicazioni della Riforma per i prossimi anni.

Le problematiche maggiori riguardano l’Ape, la vera grande novità di questa riforma, che andrà a sostituire tutti i sussidi di disoccupazione e la cassa integrazione.

In particolare tutte quelle persone che stanno pensando e pianificando di richiedere la pensione anticipata, con il trattamento dell’Ape social, che prevede il pagamento di una quota per gli anni che mancherebbero al pensionamento naturale.

I calcoli fatti da qui al 2019 rischiano di saltare a causa delle parole del Presidente dell’INPS Tito Boeri ma non solo, su un necessario adeguamento delle pensioni alle nuove aspettative di vita.

Questo creerebbe a partire dal 2019 un problema di costi, che andrebbero a gravare tutti sul pensionato, a causa della decurtazione maggiore sul proprio assegno e dell’aumento della durata del prestito da restituire, ovviamente non una situazione ideale per quanti avessero già pianificato la somma da ricevere una volta accettato l’accordo.

Aumento pensioni, proteste dei consumatori

Le associazioni dei consumatori ed i sindacati hanno protestato e replicato a brutto muso, dopo che sono usciti i dati ISTAT che vedono crescere gli importi delle pensioni di ben 283€.

Le proteste riguardano il non aver tenuto conto del maggiore costo della vita, in particolare riguardo l’aumento di molti servizi e soprattutto sulla distribuzione degli importi delle pensioni.

Affermare che le pensioni sono aumentate di 283€ è assurdo aggiungono, e non tiene presente né delle tantissime pensioni minime sotto i 500€ ancora percepite, né dei milioni di italiani pensionati che percepiscono tra i 500 ed i 1.000€, vivendo in mezzo ad enormi difficoltà.

Dura polemica inoltre riguardo le pensioni d’oro, che come affermato dal Presidente dell’UNC Dona non saranno grazie a Renzi più tenuti a pagare il contributo di solidarietà.

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