La quotazione del petrolio continua a oscillare in un’altalena cominciata a causa del recente patto stipulato tra i paesi Opec per quanto riguarda il taglio della produzione di greggio.
A questo proposito, diverse sono le mosse provenienti da tutti gli Stati coinvolti nelle operazioni legate all’oro nero: dagli Stati Uniti, grandi oppositori nei confronti dell’accordo, fino ad arrivare a stati mediorientali e Russia.
Vediamo proprio quali sono le novità odierne legate alla posizione della Russia.
Prezzo del petrolio: la Russia blocca il prezzo del Fondo di Riserva
Partiamo subito con una breve panoramica delle variazione odierne riguardanti il prezzo del petrolio: il Brent scende oggi a quota 55.33 dollari al barile, con una percentuale di variazione negativa dello 0,23%, mentre per quanto riguarda il WTI siamo a quota 52.24 con una variazione negativa dello 0.25%.
In questo scenario, la Russia si tutela: il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov, ha recentemente annunciato al Forum Gaidar che il prezzo del petrolio riguardante il Fondo di Riserva della Russia si manterrà stabile a 50 dollari al barile.
Lo stesso ministro, durante una conferenza tenutasi lo scorso mese, aveva dichiarato che nel 2019 il bilancio statale russo non risentirà di alcun deficit, grazie al prezzo del greggio che rimarrà intorno a quota 45 dollari al barile.