Nonostante i grandiosi proclami del Governo cala l’occupazione 2017 mostrando il Jobs Act come in realtà è, e cioè una manovra di politica economica che serve solo per far muovere l’occupazione nel breve periodo ma totalmente inutile nel lungo periodo. A lanciare l’allarme non sono né i sindacati né tanto meno i giornali, ma l’Istat, ovvero l’istituto di statistica nazionale che denuncia come dal mese di novembre il tasso di senza lavoro sia salito all’11,9%, cioè 0,2 punti percentuali in più del mese precedente, raggiungendo il livello più alto da un anno mezzo a oggi. Gli italiani riprendono infatti a cercare attivamente lavoro, cosa ardua e non facilmente raggiungibile, nonostante la riforma dell’ex Premier Renzi, che avrebbe dovuto, secondo gli economisti consiglieri dell’allora Premier, far ruotare l’occupazione sul segno positivo.
Jobs Act in crisi: dopo la crescita iniziale un lieve calo
Lieve calo quindi dell’occupazione, nonostante ci sia stato un grande incremento, circa 19 mila occupati in più, nel trimestre settembre-novembre, sulla scia degli incentivi del decreto sul lavoro, che pian piano iniziano a scemare creando un periodo di stasi occupazionale e un lieve calo che potrebbe però continuare a crescere.
Se si esaminano i dati nel dettaglio si può notare come a perdere il lavoro siano soprattutto gli uomini, mentre c’è un incremento del lavoro femminile, che a quanto pare sta beneficiando della riforma renziana più degli uomini. Crescono anche i lavoratori autonomi, sintomo però della difficoltà oggettiva del trovare un impiego, difficoltà che mette i lavoratori nella condizione di crearsi un’occupazione e improvvisarsi imprenditori, anche se non lo sono.
Il problema dell’occupazione in Italia verte molto sulla crisi dei consumi, in quanto se questi non crescono la produzione si contrae e di conseguenza le aziende non assumono. Le aziende non assumendo creano più povertà tra le fila dei lavoratori che spendono meno e costringono le aziende a diminuire ancora di più il numero dei lavoratori. Un cane che si morde la coda in pratica, e un problema sicuramente serio a cui gli economisti statali dovrebbero trovare una soluzione.
Dati sull’occupazione: cala il numero degli inattivi
Unico risultato positivo è il calo del numero degli inattivi, che scende di 0,7 punti percentuali, a dimostrazione di come gli italiani abbiano preso sul serio la ricerca del lavoro, e nutrono un po più di fiducia nel sistema economico nazionale, che però deve essere in grado di assorbire buona parte della disoccupazione per far riprendere attivamente il Paese.