Al referendum in Grecia sul piano di salvataggio del Paese, la battaglia è estremamente incerta fra i no e i sì.
Mancano tre giorni al grande evento e l’Europa, e forse il mondo, si preparano ai contraccolpi della decisione. Nel frattempo il ministro delle Finanze Varoufakis minaccia e dimissioni se vinceranno i sì.
Come se il problema per la Grecia possa ora essere un uomo al governo, tronfio del suo esuberante presenzialismo peraltro, invece del futuro di una nazione e non solo.
E Alexis Tsipras, che pure ovviamente tifa anche lui per il no, un pochino più furbo, si gioca comunque una carta importante, quella del referendum, che ha fatto andare su tutte le furie il cancelliere tedesco Angela Merkel.
In realtà, referendum o non referendum, la decisione finale la prenderanno gli Stati Uniti, i quali con tutta probabilità, col proprio Presidente Barak Obama, molto meno o ottuso del proprio predecessore Bush, capiscono che non è il caso di mandare a gambe per aria la ripresa globale a causa di un piccolo Paese europeo.
Proprio adesso, tra l’altro, che gli stessi States stanno agganciando la ripresa in maniera più che convincente.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.