E adesso arrivano le intercettazioni di Matteo Renzi su Enrico Letta, che viene definito dallo stesso Renzi “un incapace“.
Le intercettazioni riguardano un colloquio telefonico dell’1 gennaio 2014, quando Renzi era ancora sindaco di Firenze e Letta era Presidente del Consiglio. A colloquio telefonico con Matteo Renzi era il generale della Finanza Michele Adinolfi.
Nella telefonata, l’attuale premier avrebbe detto di Enrico Letta che “non è capace, non è cattivo, ma non è proprio capace”. E da qua si scatena il clamore mediatico che, vedrete, durerà ancora per settimane, forse mesi.
Orbene, l’immediatezza del linguaggio renziano è ormai proverbiale, e il linguaggio non è certo da statista, tuttavia non ci sembra che queste telefonate contengano elementi a rilevanza penale. E Allora?
Perché pubblicare famelicamente queste intercettazioni? Possibile che nessuno si sogni di punire chi ha fornito le intercettazioni in pasto ai giornalisti?
Possibile che il famoso e sfigatissimo – non vince una causa – Pm Henry John Woodcok, nelle cui mani stavano queste intercettazioni, non venga né rimosso, né censurato, né sottoposto a procedimento penale o disciplinare?
E possibile che il Fatto Quotidiano, facendo opera di mero sciacallaggio, si metta a pubblicare telefonate private che non hanno nemmeno l’ombra di una rilevanza penale?
Mala tempora, signori, davvero mala tempora currunt.
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