Quotazione Mps, il titolo perde anche oggi lo 0,43%: sempre più vicini all’intervento dello Stato

MEF

La vicenda Monte dei Paschi di Siena va avanti, ed il titolo chiude un’altra giornata di contrattazioni a Piazza Affari in negativo dello 0,43% portandosi a quota 18,54€, con un volume di scambiati pari ad oltre 2 milioni e 414 mila unità.

La chiusura è arrivata dopo che il titolo Mps era arrivato a perdere quasi il 2%, per poi riprendersi proprio nelle fasi finali prima della chiusura della Borsa.

Per il momento quindi nulla di nuovo e si chiude un altro giorno, con la speranza sempre viva ma sempre più flebile che la Banca riesca a trovare in extremis i 5 miliardi di euro necessari alla ricapitalizzazione.

Purtroppo la scadenza di venerdì 23 dicembre si avvicina e diventa sempre più probabile l’ipotesi di intervento dello Stato, il quale dovrebbe mettere sul tavolo almeno 20 miliardi per salvare l’istituto.

Proprio su questo tema si sono registrati duri scontri negli ambienti politici, con il consigliere regionale della Toscana Tommaso Fattori che parla di intervento “..irresponsabilmente tardivo..”.

Rischi per gli investitori

Con soli 3 giorni a disposizione per il Monte dei Paschi di Siena per portare a termine l’operazione, la preoccupazione tra gli azionisti chiamati a convertire i bond subordinati inizia a salire.

La faccenda è molto delicata e non sembra essere chiaro a nessuno come comportarsi, soprattutto senza sapere cosa succederà in caso di intervento dello Stato.

Senza garanzie di rimborso, qualora l’operazione ricapitalizzazione dovesse andare male e lo Stato dovesse usare il burden sharing, gli azionisti che non avessero aderito alla conversione potrebbero rischiare grosse perdite, se non addirittura l’intero investimento.

Invece in caso di successo dell’operazione da parte di Mps, per assurdo questi potrebbero guadagnare cifre interessanti, con il valore del bond che salirebbe probabilmente alle stelle.

Purtroppo per il momento nessuno conosce il famoso piano B preparato dall’ex Governo Renzi, e la posta in gioco sale giorno dopo giorno.

 

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