Alessandro Pagano del Ncd tiene duro con la sua posizione circa l’emendamento che punisce la diffusione di riprese o intercettazioni illegittimamente carpite.
L’emendamento prevede fino a quattro anni di carcere per chi si rende protagonista della diffusione.
Rischia così di finire quel sistema aberrante alla base del quale ai giornalisti è consentito di fare di tutto e di più, anche diffondere, senza che siano imputate loro responsabilità di sorta, intercettazioni che non hanno contenuti a carattere penale.
Magari con la complicità di giudici o comunque di qualcun altro che all’interno delle procure passi loro il materiale.
Senza che, ovviamente, a nessun magistrato passi per l’anticamera del cervello l’idea di aprire un fascicolo su come quelle notizie possano essere state trafugate.
Insomma, la casta dei giornalisti che difende se stessa, e la casta dei magistrati che difende se stessa.
E quando le due caste si mettono d’accordo per difendersi vicendevolmente, vengono a galla le peggiori aberrazioni del sistema.
Perciò Alessandro Pagano tenga duro col suo emendamento: per un principio elementare di correttezza giuridica e morale, per un principio di civiltà, e perché nel nostro Paese non abbia a prevalere, a nessun livello, nessuna casta. Nessuno è al disopra della legge, nemmeno giornalisti e magistrati.
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