Per Claudio Palomba, prefetto di Lecce e presidente del Sinpref, sindacato di categoria, l’immigrazione è un problema politico, invece ricade sempre sulle prefetture: siamo stanchi di fare i capri espiatori.
Così i prefetti hanno deciso di scendere in campo a dire basta alle ostilità alle ingiurie e alle “frasi indegne da parte di esponenti istituzionali e noti politici”.
Se il tema emergenza immigrazione “diventa uno scontro politico, la battaglia deve rimanere nell’ambito politico. Invece alla fine a rimetterci siamo noi”, – lamenta Claudio Palomba che continua – “siamo stanchi di fare la parte dei capri espiatori”, perciò “ci tuteleremo in ogni sede. Se il sistema della sicurezza ha retto in questa fase di emergenza immigrazione, lo si deve soltanto al lavoro dei prefetti”.
Il riferimento di Palomba è chiaro: Giorni fa è sto rimosso il prefetto di Treviso, e il vicepresidente del Consiglio delle Marche ha rivolto “frasi indegne” nei confronti del Prefetto di Roma Franco Gabrielli.
Gabrielli aggiunge che ogni giorno “le 103 prefetture sul territorio lavorano senza sosta per assicurare assistenza logistica e sanitaria ai migranti che arrivano e che ci vengono assegnati, a volte con preavvisi strettissimi. Bisogna identificarli, visitarli, curarli, trovare loro una sistemazione, il governo deve riflettere su questi aspetti”.
“Non vogliamo diventare i capri espiatori della politica. – ribadisce il presidente del Sinpref – Siamo abituati a gestire le situazioni emergenziali, ma il nostro lavoro deve essere riconosciuto. E non devono scaricarsi sui prefetti le tensioni derivanti da questa situazione”.
La mossa successiva è un incontro con il Ministro dell’Interno Alfano in cui i prefetti illustreranno come si trovano a vivere una realtà che li vede “circondati da enorme ostilità e alle prese con un’emergenza difficilissima da affrontare”.
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