Lucia Borsellino ha la sua scorta

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Il Viminale ha disposto di assegnare la scorta a Lucia Borsellino che sarà protetta dall’auto blindata e da due uomini. Il due luglio, la figlia del magistrato si è dimessa dalla carica di assessore alla Sanità.
L’ex assessore regionale alla Salute della Sicilia , figlia del magistrato ucciso nella strage mafiosa di via D’Amelio sarà protetta da una scorta.
Il Comitato per l’ordine e la sicurezza del Ministero dell’Interno ha disposto così
La misura di protezione sarebbe legata alle indagini sulla sanità e ai numerosi esposti presentati da Lucia Borsellino quando era assessore regionale.

A Lucia Borsellino piena solidarietà per la decisione del Viminale di assegnarle la scorta e allo stesso tempo un grosso in bocca al lupo per il nuovo prestigioso incarico all’Agenas“. E’ quanto dichiara il deputato di Area popolare Alessandro Pagano.

La sua persona e il suo nome rappresentano lo scudo che la proteggerà da qualsiasi attacco. Con Lucia – ricorda Pagano -abbiamo lavorato insieme per diversi anni alla Regione siciliana e conosco le sue qualità e il suo rigore morale. Per questo sono convinto che gli ultimi fatti non turberanno minimamente il suo impegno anche in questo nuovo importante incarico all’insegna della legalità, e continuerà con la stessa determinazione e professionalità, certo che farà molto bene“.

Manfredi, intervenendo davanti al presidente della Repubblica Mattarella aveva dichiarato che “da oltre un anno mia sorella Lucia era consapevole del clima di ostilità e delle offese subite solo per adempiere il suo dovere, in corsi e ricorsi drammatici che ricordano la storia di mio padre. Non posso entrare nel merito delle indiscrezioni giornalistiche che, indipendentemente dalle verifiche fatte dagli uffici giudiziari, hanno turbato tutti. La lettera di dimissioni con cui mia sorella Lucia ha lasciato l’assessorato ha prodotto il silenzio sordo delle istituzioni, soprattutto regionali. Ma quella lettera dice tutto e andrebbe riletta. Mia sorella Lucia è rimasta in carica come assessore fino a giugno per amore della giustizia, per suo padre, per potere spalancare agli inquirenti le porte della sanità dove si annidano mafia e malaffare. Lucia ha portato una croce, e tanti lo possono testimoniare, fino al 30 giugno: voleva una sanità libera in Sicilia”.

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