Coltivazione biologica: di che si tratta e quali sono i requisiti in Italia?

Mai come in questo periodo storico prestiamo un’attenzione particolare alla qualità del cibo che ci viene quotidianamente offerto negli store alimentari e in particolare a quali caratteristiche presentano alcuni di questi prodotti a dispetto di altri. Si parla molto di biologico, di coltivazione sostenibile, di rispetto degli ecosistemi e tollerabilità di alcune sostanze per il corpo umano. Tuttavia, ancora in molti presentano dubbi per quanto riguarda le caratteristiche della produzione e della coltivazione biologica.

Quali prodotti possono essere biologici?

Per la maggiore si parla della coltivazione ma anche di allevamento. Tra le altre cose, è importante tener conto che è proprio dalla coltivazione che molti altri articoli commerciali prendono forma. Può essere definita, ad esempio, una mela priva di cera, ma anche un prodotto per la skin care mattutina che contiene eccipienti naturali e che è priva dei famosi siliconi, parabeni e paraffine. Anche se una certificazione biologica richiede un determinato standard e un range di regolamenti da osservare, può essere definito colloquialmente biologico ciò che è stato prodotto, coltivato e allevato in maniera naturale. Per conoscere alcuni dei migliori prodotti biologici e ogni aspetto del mondo bio, potete consultare il sito AmoEssereBiologico e farvi un’idea completa su quanto sia vasto questo mondo.

Biologico è meglio?

L’assorbimento dei nutrienti e dei vari eccipienti si basa sulla struttura molecolare, che questa sia di origine naturale e non. Pertanto non è necessario demonizzare il mondo “non bio”. Tuttavia, bisogna considerare che molti ingredienti che fanno parte della nostra alimentazione, che spesso sono di origine chimica come per quanto riguarda i dolcificanti, sono semplicemente prodotti di scarto, che l’intestino non assorbe e che vengono rigettati. La scelta bio è la scelta di eliminare il superfluo che può, in alcuni casi, essere dannoso per il proprio organismo o quello degli animali di cui ci prendiamo cura o che alleviamo. In alcuni casi specifici si, biologico può essere meglio perché tra i vari composti chimici assolutamente vietati in questo tipo di produzione ci sono ad esempio, gli antibiotici, che oggi sappiamo essere dannosi per la propria salute di chi li consuma ma anche per quella altrui, poiché rischiano di fortificare alcune specie batteriche rendendole più difficili da combattere.

Le normative italiane e la certificazione bio

Se in un normale discorso possiamo semplificare il termine bio definendo tutto ciò che ha un inci naturale, a livello legislativo la questione è ben più complessa e articolata. Innanzitutto non è solo la coltivazione biologica ad essere soggetta ad un insieme di norme, ma anche le fasi di lavorazione successive al raccolto sono veicolate da un certo tipo di regolamento. Gli OGM non possono rientrare nella certificazione anche qualora avessero tutti gli altri requisiti necessari. La percentuale di elementi naturali contenuti nell’articolo alimentare non può essere inferiore al 95% dell’intero prodotto e infine, esiste un elenco specifico che dichiara i prodotti che nelle varie fasi di trattamento possono essere utilizzati e quelli che invece sono banditi. La certificazione bio è appunto, una certificazione, una garanzia. Tuttavia, è interessante sapere che esistono molti marchi che scelgono di non ottenere la certificazione per questioni economiche ma che comunque scelgono di adottare questa tipologia di normative, magari per rispetto dell’ambiente o per passione. Basti pensare all’impatto ambientale che possono avere coltivazioni di larga scala in cui è previsto l’ausilio di insetticida.

Tutta questione di inci

Per quanto riguarda frutta e verdura e quindi, alimenti soggetti alla coltivazione, spesso non è possibile controllare l’inci in fase d’acquisto. Per quanto riguarda invece linee di make-up, collezioni di creme, bagnoschiuma, o anche cibo in scatola, si può tranquillamente consultare l’etichetta riportata sulla confezione. Solitamente è proprio lì che viene riportata la certificazione bio, ma qualora non fosse così e il prodotto d’interesse dichiarasse di essere naturale, è possibile accertarsene leggendo questa etichetta. Imparare a riconoscere queste molecole inizialmente può sembrare complicato ma sbirciando un po’ su portali e libri di chimica ci si accorge che esistono delle scorciatoie, come ad esempio, un suffisso che rende automatico il riconoscimento di un composto.

Prodotti di coltivazione biologica: dove trovarli? Quanto costano?

I prodotti di coltivazione biologica non per forza sono esclusivi di alcuni supermarket specializzati, anzi. L’alternativa biologica ai prodotti classici è una realtà ormai presente in qualsiasi tipo di supermercato o negozio di orto fruttiferi. Possono esserne provvisti le grandi catene come piccole realtà di vendita al dettaglio. Per quanto riguarda i prezzi, è bene sapere che potrebbero rivelarsi leggermente più elevati dei classici prodotti che siamo abituati ad acquistare. Questo dipende molto spesso dal tipo di lavorazione più impegnativa che c’è dietro, come anche il valore commerciale innalzato dall’ottenimento della certificazione, il fatto di dover, probabilmente, far fronte ad una produzione ridotta perché non è possibile utilizzare additivi che possano aiutare la crescita della pianta ma “sporcandola” di elementi chimici non conformi al regolamento. Un insieme di situazioni possono rendere più costosi questi cibi che però, non oltrepassano un certo range e restano comunque accessibili ai consumatori con reddito di fascia media.

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