Cambio Eur/Usd: le previsioni sul lungo periodo

Eur/usd

Negli ultimi giorni il mercato azionario ha evidenziato una fase rialzista nel cambio tra la moneta unica e il dollaro statunitense: l’euro ha infatti raggiunto il tanto agognato traguardo di 1,07. L’analisi mostra come il biglietto verde si sia ormai lievemente indebolito, ma non collega questo generale ribasso a degli avvenimenti specifici.

La settimana appena trascorsa è stata infatti ricca di eventi che avrebbero potuto in qualche modo influenzare il rapporto tra le due valute, ma che non l’hanno fatto, tra cui la riunione della Banca Centrale Europea del 19 Gennaio, il giuramento del neo-presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump e il discorso di Yellen.

Le previsioni sul medio periodo sembrano sostenere la moneta unica, che dovrebbe assestarsi su una quota di resistenza pari a 1.071 e potrebbe addirittura salire secondo alcuni esperti ad 1.082. Sul lungo periodo le cose cambiano e le previsioni si fanno più difficili, anche perché è necessario tener conto di alcuni fattori fondamentali che da sempre influenzano l’andamento di una delle coppia di valute più discusse al mondo, tra cui la politica tributaria e il costo effettivo del greggio.

Le previsioni sul cambio Eur/Usd per il 2017

Si può iniziare dicendo che l‘anno appena trascorso è stato quantomeno insolito per la coppia Eur/Usd: il dollaro statunitense, con la sua volatilità ha avuto la parte del protagonista, eccezion fatta per un evento di fine anno che ha fatto risplendere nuovamente la moneta unica, ovvero l’estensione del cosiddetto Quantitative Easing. L’assenza di sostanziali novità portata da Mario Draghi porta molti analisti a prospettare per questo nuovo anno una parità tra euro e dollaro.

Fondamentale però è anche ricordare che la Fed ha individuato nella politica economica statunitense un certo rinnovamento, che potrebbe portare ad una crescita in termini di mercato. Se la Fed aumentasse i tassi, il provvedimento potrebbe giocare a favore del biglietto verde. L’euro sembra avere decisamente meno alleati, motivo che porta molti esperti a prospettare un superamento significativo sul dollaro; nel corso di questi primi mesi, nonostante l’attuale quotazione, il cambio potrebbe orientarsi sulla parità, per poi vedere la vittoria del dollaro sull’euro.

Ciò che potrebbe in qualche modo fermare il dollaro è il più che discusso presidente Donald Trump: se infatti fino ad ora non ha avuto un forte impatto, salvo un ribasso momentaneo all’indomani dell’elezione, il mantenimento di alcune discutibili promesse fatte durante la campagna elettorale potrebbe giocare a favore della moneta comunitaria.

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