Bapr: azionisti nel panico

Azioni Bapr

Ultimamente ha suscitato particolare clamore l’affair Bapr, e la vendita delle sue azioni. Ma partiamo dall’inizio: i clienti della Banca Agricola Popolare di Ragusa hanno trascorso la notte tra il 3 e 4 Gennaio in auto, davanti alla filiale Bapr, per accedere il prima possibile, l’indomani, agli uffici dell’istituto bancario. Perché? Il loro obiettivo era quello di vendere le azioni della Banca Agricola Popolare di Ragusa, in modo da evitare di fare la stessa fine dei clienti di altre banche popolari.

Infatti, gli azionisti di istituti come Popolare Vicenza e Veneta Banca, sono stati costretti a svendere letteralmente le proprie azioni, che un tempo valevano decine di euro, per pochi centesimi. I due istituti citati nell’ultimo anno hanno di fatto azzerato il valore dei propri titoli azionari, in particolar modo per la mancanza di sottoscrittori. Popolare Vicenza, dopo una fortissima crisi ha potuto beneficiare del fondo Atlante, salvandosi ad un passo dal fallimento.

I titoli non possono essere considerati vendibili ormai, e i clienti Bapr temevano la stessa sorte: secondo i vertici dell’istituto ragusano però, a differenza di altre popolari, la banca non avrebbe mostrato alcun segno notevole di crisi, dunque questa corsa alla vendita sarebbe di fatto immotivata e scaturita da paure non reali, osservando gli ultimi dati. Nonostante le rassicurazioni e nonostante il tentativo di sottolineare la solidità di cui gode al momento l’istituto, gli azionisti rimangono fermi sulla propria posizione e vogliono disfarsi delle azioni Banca Agricola Popolare di Ragusa.

Data la situazione delicata di molteplici istituti di credito, è improbabile che i privati decidano di acquistare, motivo per cui le azioni dovrebbero essere vendute direttamente all’istituto. La banca potrebbe, effettivamente, acquistare queste azioni ma sempre nel rispetto del limite annuale del 2%; vien da sé che non tutti gli azionisti nel panico riusciranno a liberarsi dei titoli azionari, e qui si spiega la fretta di entrare nell’istituto, scegliendo addirittura di passare la notte nella propria automobile.

Difficile dire se le paure degli azionisti siano fondate o meno: al momento, i dati rilasciati dall’istituto sembrano essere rassicuranti, ma la situazione di incertezza italiana riguarda ogni istituto: solo il tempo saprà dire se la scelta degli azionisti appostati fuori le filiali Bapr sia stata quella giusta.

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