Alitalia verso l’approvazione del nuovo piano industriale: possibile la divisione tra corto e lungo raggio

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La crisi di Alitalia potrebbe essere finalmente arrivata ad una svolta con l’approvazione del nuovo piano industriale, al vaglio dell’assemblea e del consiglio d’amministrazione della compagnia aerea di bandiera.

Dopo gli ultimi due anni di rosso e le difficoltà di Etihad di riuscire ad invertire la rotta, la soluzione potrebbe essere proprio la divisione della compagnia in due società, una per il corto raggio e l’altra per i voli intercontinentali a medio e lungo raggio.

Dopo l’approvazione del nuovo piano industriale da parte del consiglio d’amministrazione di Alitalia il 22 dicembre, per quanto riguarda il triennio 2017-2010, ora si aspetta il parere del Governo ed in particolare del Ministero dello Sviluppo economico.

La situazione è delicata visti anche gli ulteriori tagli previsti dopo i pesanti ridimensionamenti degli ultimi anni, aspetto che coinvolge i già agguerriti sindacati pronti ad intervenire subito dopo la conclusione delle festività natalizie.

Possibile divisione tra corto e lungo raggio

L’idea al vaglio del Governo e delle istituzioni è quella di dividere la compagnia in due, con una parte di Alitalia che offrirà tratte a lungo e medio raggio con l’inserimento di nuove rotte e l’ampliamento di quelle già esistenti, mentre un’altra cercherà di contrastare il potere delle Low Cost.

In questo caso si dovrebbe puntare su aerei più piccoli e flotte più snelle, oltre ad una maggiore razionalizzazione dei costi, puntando molto sui servizi aggiuntivi on air.

Per il momento è stata esclusa dai vertici di Alitalia la divisione in due compagnie distinte, ma si tratta di una voce che sta circolando con una certa insistenza anche se riceverebbe il parere contrario proprio dei sindacati e del Ministero dello Sviluppo economico.

Intanto pronto un cambio ai vertici

In attesa del Governo e dei sindacati da Alitalia trapelano voci su un possibile cambio al vertice, con la sostituzione dell’ad Cramer Ball per la guida della compagnia in questa difficile fase di transizione.

Si tratta di un’operazione voluta fortemente dalle banche creditrici e socie, come Unicredit ed Intesa Sanpaolo, che dopo lo sblocco di altri 180 milioni di euro per permettere ad Alitalia di continuare a volare, si dicono molto scontenti dei risultati della compagnia e della gestione di Etihad.

Oltre al mancato mantenimento di un ritorno all’utile, pesano per Etihad le promesse di un ritorno in grande stile per Alitalia, sempre più un miraggio più che una possibilità.

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